Venerdì 15 Novembre 2024 ore 14:00 presso sala Fondazione Comunitaria di Lodi, si è tenuto un interessante confronto tra Comunità Energetiche Rinnovabili, con caratteristiche Solidali (CERS) nelle provincie della pianura lombarda ed emiliana. La CERS “Comunità Solare” cooperativa a mutualità prevalente, impresa sociale ETS, accompagnata da un gruppo d’acquisto (GAS) fotovoltaico, è ufficialmente partita, con i primi impianti e soci consumatori.
E’ stata l’occasione per presentare il lavoro svolto e le prime esperienze di comuni, associazioni, cooperative a Lodi e Piacenza e persino le fondazioni costituite per iniziativa della Diocesi di Cremona nei territori oltre Adda. L’evento ha aperto il Festival dei Diritti, promosso dal Centro Servizi Volontariato della Regione Lombardia, con gli interventi di saluto di Giuseppe Negri, a nome della Fondazione Comunitaria Lodi e di Giuseppe Mancini, per il coordinamento Umanità Lodigiana.
Dopo Riccardo Peasso (vedi VIDEO), che ha ricordato i primi progetti nel mantovano, Giuseppe Dasti ha presentato le 6 CERS (Caravaggio, Soresina, Castelverde, Sospiro, Gussola, Casalasco Viadanese) in corso di costituzione, che si propongono di destinare il 25% degli incentivi derivanti dalla condivisione dell’energia rinnovabile di cui beneficeranno, per finanziare progetti sociali. Le comunità cremonesi hanno saputo aggregare i comuni, le parrocchie e gli enti del terzo settore con il ruolo di soci fondatori: nel complesso sono stati coinvolti 27 Comuni, 27 Parrocchie, 18 ETS, per un totale di 72 enti. Vedi VIDEO Giuseppe Dasti. e la sua relazione.
Per il lodigiano e nel piacentino è nata un’unica Comunità energetica rinnovabile solidale (CERS) di interesse sovracomunale. Costituita il 2 luglio scorso, si chiama “Comunità Solare impresa sociale ETS” ed è una cooperativa, impresa sociale, senza fini di lucro (è un ente del terzo settore iscritto al RUNTS, registro provinciale delle associazioni). Contemporaneamente Legambiente e la rete Umanità Lodigiana stanno aiutando i privati a realizzare gli impianti con il Gruppo Acquisto Solare- GAS fotovoltaico: tutti entreranno in comunità, grazie anche ai contributi europei (40% in conto capitale PNRR nei comuni con meno di 5 mila abitanti). Secondo Andrea Poggio, neo presidente della Comunità, “si può fare, sarà un po’ complesso costituire e, soprattutto, gestire comunità energetiche, ma è anche possibile, utile e vantaggioso come sanno tutti coloro (un milione di italiani) che hanno un pannello solare sul proprio tetto. Installare pannelli solari in comunità è oggi un po’ più interessante, proprio perché lo si fa insieme, come dimostrano le esperienze illustrate nell’incontro”. Vedi VIDEO Andrea Poggio e la presentazione.
La parola alle testimonianze. Uno dei primi impianti solari “comunitari” sarà ospitato dalla Coop socialeIl Pellicano di Castiraga Vidardo, ha ricordato Enrico Castelvecchio, allo scopo di completare l’autosufficienza energetica della struttura di accoglienza e di lavoro. Con i fondi raccolti tra i soci della CERS, si realizzeranno 80 kW di solare. Parte dell’energia prodotta sarà direttamente consumata dal Pellicano, in cambio dell’affitto della superficie impegnata dai pannelli. Inoltre la Comunità Solare condividerà con tutti consumatori di Castiraga Vidardo e della zona di Sant’Angelo i vantaggi (il “premio”) dell’energia elettrica di “vicinato” usata. Infine 1.500 – 2.000 euro all’anno sarà destinato al fondo solidale per progetti sociali nel territorio.
Sandra Milas (assessora al Comune di Brembio) ha illustrato il progetto che sarà portato assemblea cittadina l’11 dicembre e che consiste nel realizzazione dell’impianto (più di 100 kW) è stato chiesto un contributo alla Fondazione Cariplo (20% dei costi) e prossimamente, con l’adesione alla CERS, al GSE (40% PNRR). Ogni cittadino di Brembio, insieme alle attività e alle associazioni, potrà diventare socio consumatore o persino “prosumer” della CERS cioè anche produttore con il nuovo impianto solare.
Per il Comune di Guardamiglio ha preso la parola il consigliere Stefano Ghidini, che sta facendo da pilota anche per i vicini comuni di Santo Stefano Lodigiano e Corno Giovine, appartenenti alla stessa “cabina primaria” di distribuzione elettrica. In tutti e tre i comuni si è già tenuta l’assemblea cittadina e il consiglio comunale di Guardamiglio ha già votato l’adesione a “Comunità Solare”. Insieme alla Fondazione Mezzadri, il Comune intende diventare anche “prosumer” della CERS, con impianti solari realizzati sui tetti delle case popolari e della scuola pubblica. Il Comune inoltre si è fatto promotore presso le imprese del territorio per la realizzazione di impianti importanti con il contributo PNRR. La prima ad aver risposto è stata la società Castagna.
Alberto Nicolini, AD di Castagna Univel spa, dirige media impresa che produce imballaggi (sacchetti e contenitori) in plastica per alimenti proprio a Guardamiglio. Tra i nuovi impianti realizzati dall’industria non mancheranno 880 kW di un impianto che “collegherebbero” virtualmente alla nostra CERS “Comunità Solare” ai consumatori della zona. Tutti ne trarranno benefici: il comune e tutti gli altri consumatori che aderiranno alla “Comunità Solare” potranno ricevere l’incentivo riconosciuto dalla rete elettrica per ogni kWh condiviso quando l’impianto di Castagna produce più di quanto consuma. Nicolini ha inoltre promesso di rinunciare al proprio ulteriore quota di guadagno e di volerlo destinare al “fondo solidale” destinato a progetti sociali per il territorio.
Fabio Zanardo (consigliere delegato del Comune di Cervignano d’Adda, ha presentato le tappe dell’adesione alla “Comunità Solare” e l’intenzione di concedere in comodato d’uso i propri tetti (municipio e scuola) per ospitare impianti solari comunitari in cambio dell’energia consumata direttamente dai propri contatori.
Laura Chiappa, presidente del circolo di Legambiente di Piacenza ha promosso la CERS “Comunità Solare” insieme ai lodigiani e lanciato a sua volta il quinto “GAS fotovoltaici” locale. Per Aurelio Ferrari, presidente della fondazione Danelli, aderire alla “Comunità Solare” realizzando con il contributo di Fondazione Cariplo dei propri impianti sarà indispensabile per affrontare gli elevati costi energetici necessari alla cura e all’assistenza dei ragazzi disabili e degli anziani non autosufficienti.
Ha chiuso l’incontro Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia: “Raccontare queste esperienze ci aiuta a comprendere che l’energia deve essere prodotta e consumata in modo diverso. L’energia rinnovabile prodotta nelle esperienze delle CERS è un’opportunità che ci fa capire come farlo in modo giusto e sostenibile per tutti.” Vedi VIDEO interventi.
Martedì 1 luglio 2025, con il patrocinio della Provincia di Lodi, Legambiente ha promosso un confronto scientifico e politico sui dibattuti progetti “agricoltrici” in Provincia di Lodi e in Pianura Padana. Un convegno utile a distinguere guerre tra progetti sbagliati e quelli giusti, distinguere il finto agrovoltaico a cui negare l’autorizzazione e i progetti di valore che possono aiutare davvero ambiente, agricoltura e produzione di energia rinnovabile pulita.
Ecco cosa si è detto all’incontro: qui trovate il comunicato stampa del regionale di Legambiente. Di seguito un riassunto di tutti gli interventi; un commento di Andrea Poggio e le presentazioni dei relatori tecnici:
Barbara Meggetto (Presidente Legambiente Lombardia) L’agrivoltaico può offrire un’opportunità non solo per l’agricoltura, ma anche per le filiere industriali lombarde: non si tratta solo di pannelli “Made in China”, ma di impianti che richiedono strutture metalliche, sensoristica, elettronica e automazione, ambiti coperti da imprese lombarde ad alta specializzazione. La filiera agrivoltaica può diventare un esempio virtuoso di simbiosi agro-industriale, contribuendo sia alla transizione energetica sia allo sviluppo economico locale.
Fabrizio Santantonio (Presidente Provincia Di Lodi) Ha sottolineato la necessità di trovare un equilibrio tra produzione di energia rinnovabile, tutela del paesaggio e redditività agricola, valorizzando la vocazione agricola e zootecnica del Lodigiano. Ha evidenziato come l’intensificazione delle richieste di impianti fotovoltaici nel territorio stia creando situazioni complesse (es. Cascina Triulza a Codogno, Mulazzano).
Un punto centrale è l’obiettivo regionale: la Lombardia dovrà installare quasi 9000 MW di nuova potenza fotovoltaica entro il 2030, come parte del contributo al PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima), che prevede 80-85 GW di fotovoltaico installato in Italia entro il 2030. Da qui, l’urgenza di individuare aree idonee, favorire una localizzazione diffusa degli impianti e garantire una gestione territoriale oculata per non compromettere l’uso agricolo dei suoli.
Paolo Lassini (Dr Forestale – ODAF Milano Lodi Pavia Monza E Brianza) Ha evidenziato che l’agrivoltaico può rappresentare una forma evoluta di multifunzionalità agricola, ma va attentamente progettato per evitare effetti collaterali. Ha richiamato il quadro normativo dell’agrivoltaico:
Art. 65 del DL 1/2012 – introduce la definizione di “agrivoltaico avanzato”
D.Lgs. 199/2021 – regola l’individuazione di aree idonee e criteri progettuali
DM 21/06/2024 – Decreto Aree Idonee
DM 436/2023 – incentivi PNRR
PdL Giunta Regionale 15/04/2025 – individuazione aree idonee in Lombardia
Inoltre, ha ricordato che per fare impianti agrivoltaici sostenibili e ben integrati servono linee guida e standard tecnici come quelli elaborati dal MASE, da UNI e dall’Emilia White Paper. L’agrivoltaico ben progettato è uno strumento per incrementare la produttività e la resilienza delle aziende agricole, migliorare l’uso del suolo e contribuire alla transizione ecologica.
Stefano Arvati (Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile – AIAS) Ha definito l’agrivoltaico una rivoluzione necessaria, evidenziando la confusione attuale e la mancanza di volontà politica di entrare nel merito del tema. Ha spiegato che l’agrivoltaico integra produzione di energia e cibo, e ha distinto tra veri e falsi agrivoltaici. Ha citato ricerche di università italiane (Piacenza, Bologna) che dimostrano come l’agricoltura migliori grazie all’agrivoltaico, sottolineando la flessibilità di questa tecnologia che non esclude alcuna coltivazione. Ha affermato che l’agrivoltaico è fondamentale per la valorizzazione dei territori e per raggiungere gli obiettivi energetici della Lombardia, ricordando il basso costo dell’energia solare rispetto a tutti gli altri tipi di energia incluso il nucleare e i vantaggi in termini di indipendenza energetica. Inoltre, ha descritto due modelli di agrivoltaico:
Avanzato: pannelli sollevati, progettazione agronomica specifica, ideale per aziende dirette e colture di pregio.
Avanzato/estensivo: per grandi aziende in pianura, con pannelli a minore altezza e meccanizzazione spinta.
Infine, ha citato uno studio AIAS–Althesys (in uscita), che stima 11,9 miliardi di euro di ricadute economiche per il sistema Paese dall’adozione dell’agrivoltaico avanzato.
Alberto Massa Saluzzo (Dr Agronomo – Studio Gerundo Associati) Ha illustrato i criteri agronomici e ambientali che gli impianti agrivoltaici devono rispettare:
almeno il 70% della superficie deve essere coltivata;
risparmio idrico con sensoristica e stazioni meteo;
monitoraggio continuo da parte di un agronomo della resa colturale e del mantenimento della vocazione agricola;
rilevazione microclimatica e del suolo (umidità, nutrienti, temperatura).
Riguardo ai danni dell’agrivoltaico al paesaggio, ha proposto 2 soluzioni: elementi di mascheramento e protezione ad esempio siepi e elementi di rinaturalizzazione ad esempio zone ricche di acqua.
Paolo Uggè (Azienda TA Srl) Ha presentato tecnologie prodotte dalla sua azienda che sono costruttive ossia riducono l’impatto ambientale: strutture metalliche senza fondazioni in cemento, simili a quelle delle vigne, removibili e adattabili. Ha sottolineato l’importanza di progettare impianti che non compromettano il ripristino agricolo a fine vita.
Ing. Alessandro Bellotti (Kernel Sistemi, Partner Di TA Srl) Ha illustrato le tecnologie digitali per ottimizzare l’agricoltura sotto pannelli, tutte ecologiche:
tracker solari per ottimizzare luce e raccolta acqua;
sistemi di gestione intelligente dell’irrigazione;
sensori ambientali (temperatura, irraggiamento solare) e del suolo (umidità, temperatura, pH, conducibilità);
sistemi di comunicazione integrata con pannello di controllo tracker e sistema di irrigazione
Ing. Valentina Cursio (Circolo Legambiente LodiVerde) Ha proposto di vincolare i grandi progetti agrivoltaici a un monitoraggio agronomico indipendente, possibilmente un Osservatorio Agrivoltaico Provinciale che coinvolga l’Università, oltre agli imprenditori ed enti locali e dimostri l’importanza e il beneficio dell’agrivoltaico per 20 anni. Il monitoraggio permetterebbe di costruire un repertorio pubblico di dati utile allo sviluppo sostenibile del settore. Questo risolverebbe la difficoltà di Province e Comuni a valutare progetti complessi senza competenze tecniche ed agronomiche adeguate, rischiando di approvare soluzioni inadeguate o speculative. Ha ribadito che il reddito da energia deve integrarsi con quello agricolo, sostenendo la sostenibilità economica delle aziende agricole.
Alessandro Rota (Presidente Coldiretti Milano, Lodi, Monza E Brianza) Ha denunciato i problemi burocratici che rallentano le pratiche inerenti il fotovoltaico. Ha sottolineato l’importanza di applicare l’agrivoltaico alle colture sia di grandi che di piccole dimensioni e di investire anche su tecnologie idroelettriche.
Antonio Boselli (Presidente Confagricoltura Lombardia) Ha auspicato che l’agrivoltaico resti un’opportunità principalmente per le piccole aziende agricole, affinché non si comprometta la tutela del territorio e si eviti una gestione esclusivamente industriale e poco sostenibile.
Damiano Di Simine (Responsabile Scientifico Legambiente Lombardia) Ha evidenziato l’esistenza di una domanda energetica elevata e il costo dell’energia in Italia superiore alla media europea. Vede nell’agrivoltaico un’occasione storica per l’agricoltura di tornare a essere protagonista anche nel settore energetico, sottolineando la maggiore efficienza del fotovoltaico rispetto ad altre fonti rinnovabili come il biogas. Ha invitato a promuovere il dialogo e la cooperazione tra agricoltori e aziende per rendere l’agricoltura più varia, resiliente e capace di presidiare il territorio.
Francesco Brignone (Direzione Generale Agricoltura Regione Lombardia) Ha ribadito l’importanza di individuare chiaramente le aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti agrivoltaici. Ha sottolineato che l’agrivoltaico deve essere realizzato con il coinvolgimento degli agricoltori e ha indicato come priorità l’uso dei tetti agricoli per evitare consumo di suolo. Ha rilevato che finora i progetti in Lombardia sono spesso standard e poco innovativi e ha chiesto maggiore sperimentazione e ascolto delle esigenze territoriali, invitando alla prudenza.
Mauro Salvalaglio (Consigliere Delegato Agricoltura Provincia Di Lodi) Ha dichiarato che, pur condividendo l’importanza dell’indipendenza energetica e delle rinnovabili, serve prudenza e sperimentazione concreta sul campo. Ha messo in guardia contro la sottovalutazione delle perplessità espresse dalle pubbliche amministrazioni, sottolineando che spesso riflettono un’esigenza di approfondimento reale e non ignoranza. Ha inoltre auspicato un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nelle decisioni sugli insediamenti di impianti agrivoltaici.
Alcune riflessioni a conclusione del seminario
Le rappresentanze politiche (in Provincia, Regione e Governo) e degli agricoltori non possono solo manifestare diffidenze e preoccupazioni contro tutti i progetti agrivoltaici, per poi accingersi ad autorizzarli, dichiarandosi impotenti di fronte alla legge che hanno recentemente approvato.
Crediamo che la legge e le norme consentano invece di capire quali progetti autorizzare e quali no, in base a precisi criteri tecnici, ambientali ed agronomici. E, quando la legge fa riferimento alle migliori conoscenze e tecnologie, al seminario del 1 luglio, agronomi e ingegneri, abbiamo ben fatto comprendere quale sia lo stato delle conoscenze, delle tecnologie e degli studi di settore. L’Università di agraria di Piacenza ha realizzato un campo agrivoltaico sui suoi terreni in quella città.
Credo che l’incontro, abbia chiaramente fatto comprendere che la produzione di energia elettrica insieme alle coltivazioni sia certamente parte dell’agricoltura e degli allevamenti del futuro. Quattro autorevoli agronomi hanno spiegato come l’uso di certe tecnologie fotovoltaiche consentano alcune produzioni alimentari di qualità minacciate dai cambiamenti climatici. Gli esperti di impianti hanno dimostrato come ci siano tecniche fotovoltaiche (anche della lodigiana TA srl) che non sottraggono neanche un metro alla coltivazione e che hanno lo stesso grado di invasività nel terreno dei pali di sostegno usati in viticoltura o nei frutteti. Insomma, gli esperti hanno spiegato bene quali potrebbero essere i criteri per distinguere progetti agrivoltaici fatti bene e quelli fatti solo per smettere di coltivare.
Ci si domanderà, come fare a garantire che – dopo l’autorizzazione – anche i migliori progetti agronomici abbiano un seguito? Il circolo di Lodi di Legambiente ha proposto alla Provincia di Lodi un Osservatorio permanente affidato all’Università e pagato dai 10 più grandi investitori di agrivoltaico per monitorare e studiare i risultati delle coltivazioni per 20 anni. E chi smette di coltivare? La legge prevede multe salate, anche 200 mila euro, a chi smette di coltivare.
Sappiamo che il lodigiano ha perso 868 ettari di superficie agricola utilizzata tra il 2000 e il 2010: il fenomeno di aziende chiuse e conoscenze scomparse continua anche ora non certo a causa del solare. Il solare invece può essere un nuovo alleato dell’agricoltura del futuro. Al seminario ambientalisti, agronomi ed ingegneri hanno spiegato come. Ora sta alla politica prendere le decisioni (commento finale a cura di Andrea Poggio del 2 luglio 2025)
ECCO LE PRESENTAZIONI DELLE PRINCIPALI RELAZIONI TECNICHE: qui trovate quelle di Bellotti, Arvati e Massa. E qui di seguito potete scaricare quella di Lassini:
Il tribunale amministrativo di Milano ha respinto la richiesta di Itelyum (nuovo padrone del piccolo e vecchio inceneritore Ecowatt, di procedere con l’iter di approvazione del nuovo progetto di mega inceneritore di rifiuti industriali e pericolosi. Se ne riparlerà non prima di ottobre prossimo, quando sarà compiutamente in vigore non solo il nuovo Piano Territoriale della Provincia, ma anche -probabilmente – la revisione del piano rifiuti e riciclaggio della Regione Lombardia.
Ecco quanto scrive “Il Cittadino”: Ecowatt nel suo ricorso al Tar solleva la questione dell’incostitu-zionalità della norma che prevede la sospensione del procedimento. Il Tribunale amministrativo, stante che il danno lamentato da Ecowatt avrebbe natura patrimoniale, sottolinea come il caso di specie debba essere sottoposto «a un test giudiziale più severo» sui dubbi di costi-tuzionalità. Lo stop al procedimento «per un arco temporale circoscritto non può ritenersi in sé fonte di un pregiudizio di tale natura». E per di più, prosegue il Tribunale amministrativo, non è detto che Regione si esprima per accogliere le prescrizioni richieste dalla Provincia, che bloccherebbero l’ampliamento. Dunque, tutto rinviato al 2 ottobre per il merito della questione, cioè l’incostituzionalità della norma regionale, quando però il caso specifico Ecowatt avrà già preso altre direzioni.” Quindi, per riassumere: per ora 1 a zero e palla al centro, ma la partita è ancora tutta aperta.
Il Circolo di Lodi di Legambiente LodiVerde ha scritto qualche giorno fa al Presidente della Provincia, Fabrizio Santantonio, per proporgli, in accordo con i Comuni interessati, di chiedere agli imprenditori che presentano i progetti più rilevanti, per investimento ed estensione territoriale, di finanziare annualmente una ricerca agronomica che monitori e verifichi il raccolto dei terreni che ospitano gli impianti agrivoltaici.
Non è possibile infatti che si affronti un tema del futuro, come le coltivazioni agricole che ospitano, anche senza perdere neppure un metro di terra, pannelli solari che incrementano il reddito agricolo anche con i proventi dell’energia elettrica. Pochi sanno che gran parte degli impianti agrivoltaico non sono finanziati. Non ce n’è bisogno. Sono il modo più economico per produrre energia elettrica.
Prima di tutto occorre fare chiarezza. Una cosa è il fotovoltaico a terra che va permesso solo in determinate aree, di minor pregio o persino compromesse anche dalla vicinanza di infrastrutture ad alto impatto, come le autostrade.
Altra cosa sono i progetti agrivoltaici, che adottano soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione. Poi ci sono i progetti “agrivoltaici avanzati”, che adottano soluzioni innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, o persino la loro rotazione in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione e, eventualmente, consentire l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione.
Le applicazioni agrivoltaiche avanzate permettono di verificare l’impatto dell’installazione fotovoltaica sulle colture, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, il controllo del microclima e la resilienza ai cambiamenti climatici. Si stanno già sperimentando anche in Italia campi solari che aiutano e migliorano la redditività agricola. E’ il solare che fa del bene all’agricoltura.
In questi casi non ha senso impedirne la diffusione o limitarne l’applicazione proprio sul suolo coltivato. E’ proprio lì che va fatto. Semmai può essere di grande interesse prevedere un sistematico e duraturo monitoraggio, una ricerca pluriennale per verificare i risultati nel tempo. Sapere se l’erba medica si può coltivare per anni, se meglio prevedere comunque rotazioni, se davvero l’asparago cresce meglio all’ombra intermittente del solare. Sappiamo che certi terreni si adattano meglio a certe coltivazioni. Possiamo azzardare che l’abbinata tra coltivazione e suolo debba adattarsi alle diverse disposizioni dei pannelli, più o meno elevati, fissi o mobili, oppure bifacciali e disposti in verticale. Il futuro dell’agricoltura di qualità si progetta con lungimiranza tenendo insieme studio della terra, progetto fotovoltaico, evoluzione delle coltivazioni e cambiamenti climatici.
“Si finanzi così un report annuale che per vent’anni valuti i risultati agronomici dei diversi progetti lodigiani e favorisca la condivisione e la valutazione dei risultati”, hanno scritto quindi Andrea Sari e Andrea Poggio, rispettivamente presidente e segretario del circolo Legambiente, alla Provincia di Lodi, “Lo scopo è di orientare il buon sviluppo dell’agrivoltaico e dimostrare che può davvero migliorare l’ambiente e l’agricoltura. L’agrivolatico non è e non deve essere una scusa per abbandonare le coltivazioni.”
Ora la Provincia e i Comuni si vedono proporre progetti, anche di notevole estensione, senza avere la possibilità e le competenze necessarie per valutarne la validità e, soprattutto, l’efficacia nel tempo. Ebbene, se i primi dieci maggiori progetti finanziassero con appena cinque mila euro all’anno un istituto universitario, potrebbe nascere una ricerca di importanza decisiva e, insieme, un sistema virtuoso e partecipato di verifica che l’agrivoltaico non sia una finzione per smettere di coltivare. La dimostrazione che il reddito aggiuntivo derivato dall’energia prodotta si integra davvero con quello da raccolto. Una risposta ai problemi dell’agricoltura.
Premiata oggi al GSE a Roma la CERS “Comunità Solare”, la Cooperativa impresa sociale già attiva da sei mesi: già oggi 53 impianti di famiglie, enti pubblici e PMI per 800 kW di energia da condividere con centinaia di soci. Proseguono nei comuni le prime assemblee dei Comitati Soci. Noi siamo partiti.
Oggi a Roma è stato conferito il Premio CERS alla nostra “Comunità Solare”: medaglia di bronzo, terzi classificati su 350 comunità energetiche censite. A salire sul podio per la CERS “Comunità Solare” c’era la dottoressa Olimpia Hamonet, responsabile amministrativa (lodigiana) e l’ingegner Giuseppe Ticchi, socio fondatore di Piacenza. La premiazione si è svolta nell’iniziativa “Comuni rinnovabili” promossa da Legambiente e GSE (Gestore Servizi Energetici) in occasione della presentazione del report annuale dedicato a “Sole, vento, acqua, terra a che punto sono verso il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione”. Sono oltre 400 ad oggi le comunità energetiche accreditate dal GSE, tre con sede nel lodigiano (oltre a “Comunità Solare” anche le due piccole di Turano e Bertonico).
Il Premio CERS, è alla sua seconda edizione annuale ed è nato proprio per incoraggiare una diffusione più capillare di configurazioni di autoconsumo diffuso con caratteristiche solidali, che da il senso alla “S” finale dell’acronimo che sta per comunità energetiche rinnovabili solidali. “Infatti per la nostra Comunità Solare, costituita in forma cooperativa come ente del Terzo Settore – ha dichiarato il presidente Andrea Poggio -, è obbligata a devolvere la maggior parte dell’incentivo derivante dall’energia scambiata tra i soci ad un fondo solidale per progetti locali di lotta alla povertà. A deciderlo saranno di Comitati Soci nei comuni”.
Proseguono intanto le assemblee dei gruppi promotori dei Comitato soci locali, dopo Castiraga Vidardo (20 maggio), Cervignano d’Adda (21 maggio) e i banchetti sabato e domenica a Lodi, si terranno le assemblee a:
Brembio: martedì 27 maggio ore 21, Sala civica comunale, piazza Matteotti
Guardamiglio: venerdì 30 maggio ore 21, Sala civica comunale, via Cavour 14
A Brembio si da il via alla configurazione che comprende ad oggi 4 impianti solari privati e la scuola comunale di Brembio, con soci consumatori e “prosumer” nei Comuni di Ossago, Secugnago, Villanova S., Borghetto L. e Livraga. Entro l’autunno si apriranno i cantieri di altri 4 impianti in tutti i comuni.
A Guardamiglio si vedranno 12 soci “prosumer” con impianti finiti o in cantiere, anche dei Comuni di Caselle Landi, Fombio e Corno Giovine: questa estate si aggiungeranno gli impianti sulla scuola comunale e della Fondazione Mezzadri e ci attendiamo nuove adesione a San Rocco al Porto. Il Comune di Santo Stefano ha già iniziato ad aderire (interrotto dalle nuove elezioni).
Si può aderire già oggi a Comunità Solare come semplici consumatori. Basta entrare in www.coopsolare.it e cliccare su “richiedi adesione”, caricare tutti i dati necessari per legge, e versare una quota sociale di 25 euro, che sarà restituita al recesso (ad esempio a chi decide di chiudere il contatore e trasferirsi in altra provincia). Una scelta che rappresenta un contributo concreto alla sostenibilità ambientale e sociale del territorio, e che porta un vantaggio (sotto forma di ristorno cooperativo, non imponibile) stimato di 500 euro in 20 anni per una famiglia con consumi elettrici medi.
Come si fa ad aderire come socio produttore-consumatore? Per facilitare l’accesso ai contributi i circoli di Lodi, di Piacenza e di Seregno (Milano) di Legambiente hanno lanciato il GAS Solare, il gruppo d’acquisto solidale per la realizzazione di impianti fotovoltaici che sta già realizzando in tutte le otto principali cabine di distribuzione dell’elettricità della Provincia di Lodi e in 4 del piacentino ben 53 impianti fotovoltaici (oltre 800 kW) per iniziativa dei propri soci (alcuni già entrati in esercizio da qualche mese). Sino a novembre si può accedere ai contributi PNRR e il GAS Solare serve appunto per adempiere a tutti gli adempimenti per poterne beneficiare.
Chi può accedere al contributo 40% PNRR? Tutti i titolari di un contatore elettrico in comuni con meno di 50 mila abitanti (quindi tutto il lodigiano), con l’unica esclusione delle grandi imprese: quindi famiglie, associazioni, parrocchie, enti pubblici e PMI che abbiamo aderito alla CERS.
Il 12 gennaio 2025 a Lodi Festa dell’Albero promossa dal Legambiente Lodiverde in piazza Martinetta a Lodi.
Grazie all’aiuto del Branco scout Lodi 1 per l’entusiasta partecipazione abbiamo piantato 5 querce, 3 aceri campestri, un pruno e un nocciolo, piante e arbusti che cresceranno insieme ai lupetti cha hanno aiutato a dare loro dimora e nuova vita.
Alla grande manifestazione indetta dal Coordinamento Provinciale NO INCENERITORE sabato 25 gennaio mattina hanno partecipato migliaia di cittadini dei due comuni, una trentina di sindaci con fascia tricolore, associazioni ambientaliste e non, gli esponenti politici del territorio sia della provincia di Lodi che di quelle limitrofe Pavia e Milano.
Il corteo sotto la pioggerella sottile e fastidiosa, è partito da Castiraga Vidardo alle ore 10.30, dalla nuova piazza Cabrini, adiacente la chiesa, per raggiungere la piazza della Libertà di Sant’Angelo Lodigiano, dove i Sindaci Emma Perfetti e Cristiano Devecchi (rispettivamente di Castiraga Vidardo e Sant’Angelo Lodigiano), la Presidente del Comitato Ambiente Vidardo, Sara Asti sono intervervenuti per motivare le ragioni dei cittadini e del territorio. Ho poi concluso il presidente della provincia Fabrizio Santantonio.
Il coordinamento provinciale ha inoltre deciso di richiedere alla Provincia di Lodi un incontro per presentare e coordinare le iniziative di mobilitazione popolare e per suggerire tre nomi di tecnici preparati ed autorevoli per il coordinamento dell’Inchiesta pubblica.
L’inchiesta pubblica è prevista dalla legge DLgs 152/2006, che recita: “L’autorità competente può disporre che la consultazione del pubblico, si svolga nelle forme dell’inchiesta pubblica, con oneri a carico del proponente, nel rispetto del termine massimo di novanta giorni”. L’inchiesta pubblica nasce negli Stati Uniti poi adottata dalla Francia ed ha lo scopo di disciplinare la partecipazione e fornire ragioni fondate ai governi per poter decidere su opere o impianti industriali complessi e con impatti ambientali rilevanti. E’ facoltà della Provincia promuoverla ed affidarla a scienziati che sappiano ascolta le ragioni delle associazioni e dei cittadini, visto che le istituzioni hanno già modo di far valere le loro ragioni nella conferenza di Servizio.
Ecco il Comunicato stampa del Comune di Guardamiglio del 17 dicembre 2024.
Via libera della Corte dei Conti alla CERS per Guardamiglio. La Corte dei Conti della Lombardia ha espresso “parere positivo” alla deliberazione del Consiglio Comunale del Comune di Guardamiglio dello scorso 29 novembre con la quale l’ente motivava la decisione di aderire (con 4 azioni, dal valore pari a 100 euro) alla Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale “Comunità Solare”, impresa cooperativa. La pronuncia è stata accolta con piacere e persino sorpresa per i tempi rapidi di risposta da parte del Comune e di Legambiente, che della CERS è una delle prime promotrici. La delibera della Corte si compone di 13 pagine di osservazioni di merito sugli atti comunali e sugli allegati tecnici, economici e giuridici, compreso il business plan della cooperativa.
Così il Comune di Guardamiglio è il primo a completare l’iter amministrativo di adesione alla CERS costituita nell’estate scorsa da cittadini lodigiani e piacentini impegnati in associazioni di partecipazione civica, ambientale e religiosa: “Comunità Solare” è una società cooperativa, impresa sociale e ente del terzo settore iscritto al registro delle no profit (RUNTS).
Secondo la Corte, il Comune di Guardamiglio, ha saputo motivare la propria scelta verso la “cooperativa a mutualità prevalente”, sulla base di un attento confronto “delle forme giuridiche utilizzabili” e “delle relative implicazioni, in termini di onerosità della partecipazione, rischi per la sfera patrimoniale del socio, snellezza delle procedure”, compresa la più onerosa Fondazione di partecipazione.
La Corte ha evidenziato positivamente i cambiamenti adottati nel piano economico della coop “Comunità Solare” dopo l’ingresso dei soci finanziatori il 22 novembre scorso: non solo l‘importante capitalizzazione per la realizzazione di impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici,di cooperative e T erzo Settore, ma anche la decisione di assumere risorse umane per la gestione professionale degli impianti e della comunità energetica. Insomma una promozione completa.
«Il parere della Corte è importante perché certifica che il lavoro svolto in questi mesi è stato fatto con impegno e cura, e per questo io e tutta la mia squadra siamo particolarmente contenti» – dice Giancarlo Rossetti, sindaco di Guardamiglio – «Ora sitratta di rimboccarsi le maniche e cambiare passo sul coinvolgimento di tutti i soggetti presenti sul nostro territorio: una CER non si crea solo sulla carta, ma ha bisogno di un grande lavoro di rete e partecipazione».
«Si può fare.» – afferma Andrea Poggio, presidente della coop Comunità Solare «Ora possiamo mettere a disposizione di tutti i comuni schemi di delibere e documenti pronti per essere adattati alle loro esigenze. Con 100 euro di quote alla nostra cooperativa, i comuni che non hanno grandi risorse da investire in nuovi impianti fotovoltaici e non hanno le risorse per impegnarsi nella costituzione e nella gestione amministrativa di una comunità energetica sono ora certi di poter mettere a disposizione dei loro cittadini, delle imprese, delle associazioni, fondazioni e parrocchie una Comunità energetica che produca energie rinnovabili e alimenti un fondo sociale per progetti locali, anche facilitando l’accesso al contributo PNRR del 40%. Siamo certi che dopo Guardamiglio aderiranno decine di altri comuni.»
Un ringraziamento va, infine, al prof Emanuele Cusa dell’Università degli Studi Milano-Bicocca e al prof Gio Gozzi dell’Area Architecture i.b. s.r.l., oltre che ai tecnici del Comune di Guardamiglio, a Legambiente, alle associazioni della rete Umanità Lodigiana e a tutti i cittadini e le cittadine di Guardamiglio che in questi mesi hanno scelto di sostenere con convinzione il progetto del Comune.
Dall’estate del 2024 è attiva nelle provincie di Lodi e Piacenza la “Comunità Solare, coop impresa sociale ETS”: si può già aderire sia come semplice consumatore, che produttore. O anche finanziando impianti comunitari. Hanno già aderito famiglie, Comuni, imprese PMI, associazioni, cooperative e enti no profit.
Per la famiglia, oppure il privato con una propria attività (ditta individuale, professionista, commerciante o agricoltore) è sufficiente inviare la lettera di adesione per persone fisiche (con POD contatore e dati catastali, allegando documento identità): si paga appena 25 euro per sempre e si può godere ogni anno dell’incentivo dell’energia scambiata con i vicini produttori. Possiamo stimare, ogni anno, un ristorno proporzionale allo scambio tra i soci pari al 3-4% del costo della bolletta (per i consumi medi di una famiglia, circa 500 € in 20 anni).
Chiunque abbia una disponibilità di un tetto o di una superficie ben esposta al sole e voglia anche investire in un impianto fotovoltaico, può divenire “prosumer”, cioè produttore e consumatore di energia elettrica nella Comunità energetica. Se vuole realizzare l’impianto con GAS Solare (gruppo d’acquisto) promosso da Legambiente e Umanità Lodigiana, come spieghiamo sulle nostre pagine. In tal caso, oltre alla lettera di adesione e i documenti, si devono versare almeno 4 azioni di cooperazione da 25 euro (100 €) per sempre e si può godere ogni anno dell’incentivo dell’energia scambiata con i vicini produttori. Possiamo stimare, ogni anno, un ristorno proporzionale alla quantità di energia messa a disposizione della comunità, cioè circa 100 euro all’anno per un impianto domestico, circa 2.000 € in 20 anni).
Per una attività di impresa (solo PMI), ufficio o una comunità (cooperativa, parrocchia o fondazione) è necessario inviare la lettera di adesione per persone giuridiche (con dati di tutti i POD contatore e catastali, allegando documento identità): si paga 4 o 10 quote, 100-250 euro di azioni di cooperazione per sempre e si può godere ogni anno dell’incentivo dell’energia scambiata nella CERS . Possiamo stimare, ogni anno, un ristorno proporzionale allo scambio tra i soci pari al 3-4% del costo della bolletta, di più se i consumi si concentrano di giorno e d’estate.
Hanno già aderito alla Comunità Solare un centinaio di persone fisiche, piccole imprese, due amministrazioni comunali, alcune cooperative e associazioni. Sì, anche le amministrazioni possono aderire o possono persino avere un ruolo promotore e nella costituzione del Comitato soci locale.
A chi rivolgersi? Per saperne di più e poter decidere, conviene scrivere direttamente a comunitasolare@gmail.com oppure telefonare a 334 2367802.
Appuntamento a Lodi: domenica 15 dicembre ore 11 – 13 al Calicantus Caffé di piazza Zaninelli a Lodi, aperitivo alle 12,15.
Le configurazioni di autoconsumo e le Comunità Energetiche: nel lodigiano sono già una ventina. La cooperativa “Comunità Solare”, con i primi soci e Comuni, avvia la campagna soci sulle prime 8 configurazioni domenica ai Giardini Barbarossa.
Aperta la campagna soci: ora, in 8 configurazioni nelle due provincie di Lodi e Piacenza, tra cui Lodi, si può aderire anche come semplici consumatori alla coop “Comunità Solare”, con una quota da 25 euro, per sempre, restituibile al recesso, partecipando così allo scambio condiviso. Per una famiglia che consuma poco, possiamo stimare un piccolo vantaggio, pari a circa 25 euro, ogni anno, per 20 anni, quindi 500 euro. Appuntamento a Lodi: domenica 15 dicembre ore 11 – 13 al Calicantus Caffé di piazza Zaninelli a Lodi, aperitivo alle 12,15.
Sfatiamo alcuni luoghi comuni. Costituire Comunità energetiche non è facile, ma si può fare e si sta facendo anche nel lodigiano. Non è vero che sia più difficile farlo in forma cooperativa: già due amministrazioni comunali lodigiane hanno aderito alla Coop Comunità Solare e in Italia, dopo l’associazione, la cooperativa è la forma più diffusa. Realizzare impianti solari è in Italia non è semplice, ma oggi con il gruppo d’acquisto “GASolare” lanciato da Legambiente e Umanità Lodigiana, se ne stanno realizzando una quarantina (vedi www.legambientelodi.it/ oppure scrivere a comunitasolare@gmail.com).
In provincia di Lodi due anni fa c’era solo l’Associazione Solisca nel Comune di Turano Lodigiano. Ora Legambiente, nell’ambito del progetto Lodi Solare finanziato da Fondazione Cariplo ha censito sino a novembre 2024 una decina di CER (comunità energetiche rinnovabili) e una ventina di configurazioni costituite o in via di costituzione: 1) la CERS “Comunità Solare – soc coop impresa sociale ETS”, costituita il 2 luglio 2024 da cittadini impegnati in associazioni (Legambiente e rete Umanità Lodigiana), è oggi partecipata anche da associazioni, PMI, cooperative e da due Comuni (Guardamiglio e Cervignano) e prossimamente da altri (domani si tiene Assemblea a Brembio); 2) la CER promossa dal Comune di Lodi, ancora in via di costituzione e che si riproporrà in forma di fondazione di partecipazione con la Provincia e altri comuni; 3) alcune CER in forma associativa per iniziativa comunale, come a Turano Lodigiano, Casalpusterlengo e San Martino in Strada. Altre annunciate ma mai avviate, come nel caso di Bertonico, Tavazzano o Santo Stefano Lodigiano; 4) alcune CER si sono costituite per iniziativa di imprese locali (in genere installatori) in forma di associazione semplice, con parziale autonomia e gestione affidata alle stesse aziende proponenti; possiamo citare a questo proposito anche una azienda nazionale, Sorgenia, che ha supportato una decina di Comuni lodigiani nel bando “Manifestazione di interesse” della Regione Lombardia nel corso del 2023; 5) infine, anche nel lodigiano agiscono società nazionali che propongono proprie CER: vengono forniti prodotti e assistenza sia alla costituzione che alla gestione e amministrazione energetica ed economica, a prezzi minimo di 6-12 mila euro all’anno, per salire progressivamente con il fatturato; 6) altre CER sono state deliberate dai Comuni che ancora attendono l’assegnazione dei fondi della Regionale Lombardia; 7) infine i gruppi di autoconsumo condominiali (AUC): abbiamo dato vita al primo, a Lodi, nei giorni scorsi.
Alle comunità locali, ai condomini, alle imprese e ai comuni si offrono quindi una pluralità di proposte, non solo nella scelta delle possibili configurazioni (CACER) di autoconsumo (di cui le Comunità Energetiche Rinnovabili sono solo una possibilità), ma anche nella scelta tra nuova costituzione o adesione a una CER esistente, nella scelta della forma giuridica e, infine, tra diverse offerte di assistenza e di gestione nel tempo.
Qualche numero per capire cosa si muove in Italia? Su scala nazionale, il Politecnico di Milano (Electricity Makes Report) e Legambiente avevano censito ad aprile di quest’anno 168 iniziative per la costituzione di configurazioni per l’autoconsumo, 47 realizzate e 121 in progettazione: nel 50% dei casi costituite come associazioni, nel 30% di cooperativa e nel 17% come autoconsumo condominiale. La configurazione costituita a Lodi dalla Coop Comunità Solare a ottobre è stata registrata dal GSE con il numero 544. Questo vuol dire che si sono triplicate in 6 mesi.
Il Comitato provincia “No al nuovo inceneritore di Vidardo”, a cui anche Legambiente partecipa insieme a “Ambiente Vidardo”, ha indetto manifestazione provinciale per sabato 25 gennaio mattino. Appuntamento a Castiraga Vidardo e poi corteo sino a Sant’Angelo Lodigiano.
Il prezzo del gas in Europa oggi ha superato le settimana scorsa i 470 euro per 1.000 metri cubi per la prima volta dal 28 novembre 2023. Costa come quando dipendevamo dalla Russia. E infatti, le importazioni di metano Gazprom – la società di stato russa – proseguono proprio con il metanodotto che attraversa l’Ucraina, nonostante la guerra.
In Italia compriamo il gas soprattutto dall’Algeria, ma il metano e, soprattutto, gran parte del petrolio che bruciamo nelle nostre auto viene oggi dall’Azerbaigian, governato da un presidente a vita, grande amico di Putin, che oggi ospita la conferenza Onu sul clima (la COP 29) dove gli stati dovrebbero accordarsi sugli investimenti per promuovere le rinnovabili e liberarci dai fossili.
In Italia, a causa soprattutto dell’inquinamento prodotto da combustioni (auto, riscaldamenti, industria e agricoltura), si registrano oltre 50 mila decessi prematuri all’anno. Eppure nel lodigiano stiamo discutendo di importare oltre 100 mila tonnellate di rifiuti industriali da bruciare nel nuovo inceneritore Ecowatt, oggi controllato dalla multinazionale Itelyum.
Eppure a Lodi il Comune non riesce a far chiudere l’inutile nuova caldaia a gas per il teleriscaldamento cittadino che si trova tra il tribunale e le abitazioni. “La nuova caldaia funziona solo 95 ore all’anno”, si difende il Comune di Lodi. Appunto è inutile, rispondono gli ambientalisti, per spegnerla del tutto sarebbe sufficiente fare un po’ di efficienza e migliorare la regolazione degli impianti termici del comune di Lodi e dei condomini collegati alla rete. A Milano e Bergamo si fa già, è sufficiente non chiudere gli impianti tutte le notti, basta tenerli bassi e fissi a 20 gradi.
Nel 2023 il governo italiano ha speso 78,7 miliardi di euro in “sussidi ambientalmente dannosi” destinati ad attività, opere e consumi connessi, alle fossili. Una somma pari al 3,8% del PIL nazionale. Una spesa, negli ultimi 13 anni, costata all’Italia 383,4 miliardi di euro. Molto di più di quel che è costato il 110. E’ lo stato che foraggia l’Eni e non l’Eni che versa allo stato parte (insignificante) di extraprofitti. I nostri governi, nazionale e spesso anche locali, quando si tratta di metano e petrolio non vogliono attuare le riforme e i cambiamenti necessari.
Talvolta siamo anche noi a frenare il cambiamento. Siamo inquinati anche dalle combustioni casalinghe: uno studio condotto dall’Università Jaume I (Valencia) su famiglie nell’UE ha attribuito alle cucine a gas ben 40 mila decessi precoci ogni anno. L’alternativa? Sono le piastre a induzione, più facili da pulire e manutenere e molto più efficienti. Ancor più convenienti se le nostre abitazioni saranno dotate di pannelli solari. Più aspettiamo, più ci ammaliamo e più paghiamo. E chi paga di più sono i poveri e il ceto medio.
Proprio nei giorni del vertice mondiale per il clima, la diocesi di Roma ha lanciato la costituzione del “Pope Francis-Yunus 3Zero Club”, un’iniziativa ispirata alla visione di Papa Francesco e del Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus. Lo scopo è “creare nuove opportunità imprenditoriali nelle periferie romane, valorizzando i giovani come protagonisti attivi nella creazione di imprese sociali”. Due primi investimenti del “3Zero Club”: la sartoria sociale WinOut e la pizzeria Fermentum. Due esempi di società fondata su tre obiettivi: zero povertà, zero disoccupazione e zero inquinamento, tramite l’imprenditorialità diffusa.
(Andrea Poggio, da Il Cittadino del 29 novembre 2024)