Inceneritori, gas fossili, il lodigiano sotto attacco

Inceneritori, gas fossili, il lodigiano sotto attacco

Il Comitato provincia “No al nuovo inceneritore di Vidardo”, a cui anche Legambiente partecipa insieme a “Ambiente Vidardo”, ha indetto manifestazione provinciale per sabato 25 gennaio mattino. Appuntamento a Castiraga Vidardo e poi corteo sino a Sant’Angelo Lodigiano.

Il prezzo del gas in Europa oggi ha superato le settimana scorsa i 470 euro per 1.000 metri cubi per la prima volta dal 28 novembre 2023. Costa come quando dipendevamo dalla Russia. E infatti, le importazioni di metano Gazprom – la società di stato russa – proseguono proprio con il metanodotto che attraversa l’Ucraina, nonostante la guerra.

In Italia compriamo il gas soprattutto dall’Algeria, ma il metano e, soprattutto, gran parte del petrolio che bruciamo nelle nostre auto viene oggi dall’Azerbaigian, governato da un presidente a vita, grande amico di Putin, che oggi ospita la conferenza Onu sul clima (la COP 29) dove gli stati dovrebbero accordarsi sugli investimenti per promuovere le rinnovabili e liberarci dai fossili.

In Italia, a causa soprattutto dell’inquinamento prodotto da combustioni (auto, riscaldamenti, industria e agricoltura), si registrano oltre 50 mila decessi prematuri all’anno. Eppure nel lodigiano stiamo discutendo di importare oltre 100 mila tonnellate di rifiuti industriali da bruciare nel nuovo inceneritore Ecowatt, oggi controllato dalla multinazionale Itelyum.

Eppure a Lodi il Comune non riesce a far chiudere l’inutile nuova caldaia a gas per il teleriscaldamento cittadino che si trova tra il tribunale e le abitazioni. “La nuova caldaia funziona solo 95 ore all’anno”, si difende il Comune di Lodi. Appunto è inutile, rispondono gli ambientalisti, per spegnerla del tutto sarebbe sufficiente fare un po’ di efficienza e migliorare la regolazione degli impianti termici del comune di Lodi e dei condomini collegati alla rete. A Milano e Bergamo si fa già, è sufficiente non chiudere gli impianti tutte le notti, basta tenerli bassi e fissi a 20 gradi.

Nel 2023 il governo italiano ha speso 78,7 miliardi di euro in “sussidi ambientalmente dannosi” destinati ad attività, opere e consumi connessi, alle fossili. Una somma pari al 3,8% del PIL nazionale. Una spesa, negli ultimi 13 anni, costata all’Italia 383,4 miliardi di euro. Molto di più di quel che è costato il 110. E’ lo stato che foraggia l’Eni e non l’Eni che versa allo stato parte (insignificante) di extraprofitti. I nostri governi, nazionale e spesso anche locali, quando si tratta di metano e petrolio non vogliono attuare le riforme e i cambiamenti necessari.

Talvolta siamo anche noi a frenare il cambiamento. Siamo inquinati anche dalle combustioni casalinghe: uno studio condotto dall’Università Jaume I (Valencia) su famiglie nell’UE ha attribuito alle cucine a gas ben 40 mila decessi precoci ogni anno. L’alternativa? Sono le piastre a induzione, più facili da pulire e manutenere e molto più efficienti. Ancor più convenienti se le nostre abitazioni saranno dotate di pannelli solari. Più aspettiamo, più ci ammaliamo e più paghiamo. E chi paga di più sono i poveri e il ceto medio.

Proprio nei giorni del vertice mondiale per il clima, la diocesi di Roma ha lanciato la costituzione del “Pope Francis-Yunus 3Zero Club”, un’iniziativa ispirata alla visione di Papa Francesco e del Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus. Lo scopo è “creare nuove opportunità imprenditoriali nelle periferie romane, valorizzando i giovani come protagonisti attivi nella creazione di imprese sociali”. Due primi investimenti del “3Zero Club”: la sartoria sociale WinOut e la pizzeria Fermentum. Due esempi di società fondata su tre obiettivi: zero povertà, zero disoccupazione e zero inquinamento, tramite l’imprenditorialità diffusa.

(Andrea Poggio, da Il Cittadino del 29 novembre 2024)

Primo condominio solare a Lodi

Primo condominio solare a Lodi

Primo fotovoltaico di “autoconsumo” in un condominio di Lodi, è in zona Fanfani. Le forme per produrre energia rinnovabile in comunità sono tante e crescono tutte insieme nel progetto “Lodi Solare”, progetto avviato due ani fa con il contributo di Fondazione Cariplo.

Ecco le foto del primo condominio che, partecipando al “Gruppo d’Acquisto Solare” (GAS), ha installato sul proprio tetto. L’impianto ha una potenza di 20 kW e batterie d’accumulo per i consumi serali, serve tutti i servizi condominiali (ascensore, pompe, luci comuni) ma può essere anche “condivisa” tra i consumi di tutte le famiglie nei propri appartamenti. Il condominio è in Lodi in zona Fanfani.

Il GAS fotovoltaico è stato promosso a settembre da Legambiente e dalla rete Umanità Lodigiana in tutta la provincia di Lodi ed ormai giunto alla realizzazione dei primi impianti su singole abitazioni, condomini, piccole e medie imprese. La caratteristica innovativa di tutti i nuovi impianti è che sono tutti finalizzati a condividere l’energia con comunità di utenti: il condominio come in questo caso, ma può essere anche una Comunità energetica (CER) di scala comunale (come a Turano Lodigiano e a Casalpusterlengo) o persino di territori più vasti, serviti dalla stessa cabina di distribuzione elettrica: è il caso della CER “Comunità Solare impresa sociale” già costituita a luglio scorso, come spin off del progetto “Lodi Solare” finanziato da Fondazione Cariplo, in tutti i territori della provincia di Lodi e di Piacenza.

Per avere informazioni ed aderire: www.legambientelodi.it oppure comunitasolare@gmail.com o anche telefono 334 2367802.

“Abbiamo altri 4 condomini che hanno già aderito al GAS – sostengono al Circolo Legambiente LodiVerde – e speriamo che l’esempio venga seguito da tanti altri”. Realizzare impianti fotovoltaici condominiali, ma a disposizione anche della comunità condominiale, conviene, perché moltiplica i vantaggi a parità di spesa iniziale:

  • riduce le spese comuni (cancelli, scale, ascensori, pompe per il riscaldamento);
  • aggiunge due piccole entrate al bilancio annuale, per la vendita di energia alla rete elettrica e per tutti i condomini che sono riusciti a condividerla;
  • e infine, per chi paga le tasse, aggiunge il 50% o il 36% di detrazione fiscale in 10 anni.

In alternativa alle detrazioni fiscali, ma solo nei territori dei piccoli comuni (meno di 5.000 abitanti), si può ottenere in un colpo solo il 40% di contributo a fondo perduto (fondi europei PNRR).

E se i condomini sono a schiera e senza ascensori? La proposta alternativa offerta dalla “Comunità Solare, impresa sociale” è quella di suddividere in parti uguali i tetti tra condomini realizzare tanti impianti solari e di aderire ciascuno alla Comunità Energetica Solidale (CERS) provinciale, aumentando in questo modo sia i benefici per i singoli condomini che i vantaggi per la comunità locale.

Comunità energetiche: pronti, via!

Comunità energetiche: pronti, via!

Venerdì 15 Novembre 2024 ore 14:00 presso sala Fondazione Comunitaria di Lodi, si è tenuto un interessante confronto tra Comunità Energetiche Rinnovabili, con caratteristiche Solidali (CERS) nelle provincie della pianura lombarda ed emiliana. La CERS “Comunità Solare” cooperativa a mutualità prevalente, impresa sociale ETS, accompagnata da un gruppo d’acquisto (GAS) fotovoltaico, è ufficialmente partita, con i primi impianti e soci consumatori.

E’ stata l’occasione per presentare il lavoro svolto e le prime esperienze di comuni, associazioni, cooperative a Lodi e Piacenza e persino le fondazioni costituite per iniziativa della Diocesi di Cremona nei territori oltre Adda. L’evento ha aperto il Festival dei Diritti, promosso dal Centro Servizi Volontariato della Regione Lombardia, con gli interventi di saluto di Giuseppe Negri, a nome della Fondazione Comunitaria Lodi e di Giuseppe Mancini, per il coordinamento Umanità Lodigiana.

Dopo Riccardo Peasso (vedi VIDEO), che ha ricordato i primi progetti nel mantovano, Giuseppe Dasti ha presentato le 6 CERS (Caravaggio, Soresina, Castelverde, Sospiro, Gussola, Casalasco Viadanese) in corso di costituzione, che si propongono di destinare il 25% degli incentivi derivanti dalla condivisione dell’energia rinnovabile di cui beneficeranno, per finanziare progetti sociali. Le comunità cremonesi hanno saputo aggregare i comuni, le parrocchie e gli enti del terzo settore con il ruolo di soci fondatori: nel complesso sono stati coinvolti 27 Comuni, 27 Parrocchie, 18 ETS, per un totale di 72 enti. Vedi VIDEO Giuseppe Dasti. e la sua relazione.

Per il lodigiano e nel piacentino è nata un’unica Comunità energetica rinnovabile solidale (CERS) di interesse sovracomunale. Costituita il 2 luglio scorso, si chiama “Comunità Solare impresa sociale ETS” ed è una cooperativa, impresa sociale, senza fini di lucro (è un ente del terzo settore iscritto al RUNTS, registro provinciale delle associazioni). Contemporaneamente Legambiente e la rete Umanità Lodigiana stanno aiutando i privati a realizzare gli impianti con il Gruppo Acquisto Solare- GAS fotovoltaico: tutti entreranno in comunità, grazie anche ai contributi europei (40% in conto capitale PNRR nei comuni con meno di 5 mila abitanti). Secondo Andrea Poggio, neo presidente della Comunità, “si può fare, sarà un po’ complesso costituire e, soprattutto, gestire comunità energetiche, ma è anche possibile, utile e vantaggioso come sanno tutti coloro (un milione di italiani) che hanno un pannello solare sul proprio tetto. Installare pannelli solari in comunità è oggi un po’ più interessante, proprio perché lo si fa insieme, come dimostrano le esperienze illustrate nell’incontro”. Vedi VIDEO Andrea Poggio e la presentazione.

La parola alle testimonianze. Uno dei primi impianti solari “comunitari” sarà ospitato dalla Coop sociale Il Pellicano di Castiraga Vidardo, ha ricordato Enrico Castelvecchio, allo scopo di completare l’autosufficienza energetica della struttura di accoglienza e di lavoro. Con i fondi raccolti tra i soci della CERS, si realizzeranno 80 kW di solare. Parte dell’energia prodotta sarà direttamente consumata dal Pellicano, in cambio dell’affitto della superficie impegnata dai pannelli. Inoltre la Comunità Solare condividerà con tutti consumatori di Castiraga Vidardo e della zona di Sant’Angelo i vantaggi (il “premio”) dell’energia elettrica di “vicinato” usata. Infine 1.500 – 2.000 euro all’anno sarà destinato al fondo solidale per progetti sociali nel territorio.

Sandra Milas (assessora al Comune di Brembio) ha illustrato il progetto che sarà portato assemblea cittadina l’11 dicembre e che consiste nel realizzazione dell’impianto (più di 100 kW) è stato chiesto un contributo alla Fondazione Cariplo (20% dei costi) e prossimamente, con l’adesione alla CERS, al GSE (40% PNRR). Ogni cittadino di Brembio, insieme alle attività e alle associazioni, potrà diventare socio consumatore o persino “prosumer” della CERS cioè anche produttore con il nuovo impianto solare.

Per il Comune di Guardamiglio ha preso la parola il consigliere Stefano Ghidini, che sta facendo da pilota anche per i vicini comuni di Santo Stefano Lodigiano e Corno Giovine, appartenenti alla stessa “cabina primaria” di distribuzione elettrica. In tutti e tre i comuni si è già tenuta l’assemblea cittadina e il consiglio comunale di Guardamiglio ha già votato l’adesione a “Comunità Solare”. Insieme alla Fondazione Mezzadri, il Comune intende diventare anche “prosumer” della CERS, con impianti solari realizzati sui tetti delle case popolari e della scuola pubblica.  Il Comune inoltre si è fatto promotore presso le imprese del territorio per la realizzazione di impianti importanti con il contributo PNRR. La prima ad aver risposto è stata la società Castagna.

Alberto Nicolini, AD di Castagna Univel spa, dirige media impresa che produce imballaggi (sacchetti e contenitori) in plastica per alimenti proprio a Guardamiglio. Tra i nuovi impianti realizzati dall’industria non mancheranno 880 kW di un impianto che “collegherebbero” virtualmente alla nostra CERS “Comunità Solare” ai consumatori della zona. Tutti ne trarranno benefici: il comune e tutti gli altri consumatori che aderiranno alla “Comunità Solare” potranno ricevere l’incentivo riconosciuto dalla rete elettrica per ogni kWh condiviso quando l’impianto di Castagna produce più di quanto consuma. Nicolini ha inoltre promesso di rinunciare al proprio ulteriore quota di guadagno e di volerlo destinare al “fondo solidale” destinato a progetti sociali per il territorio.

Fabio Zanardo (consigliere delegato del Comune di Cervignano d’Adda, ha presentato le tappe dell’adesione alla “Comunità Solare” e l’intenzione di concedere in comodato d’uso i propri tetti (municipio e scuola) per ospitare impianti solari comunitari in cambio dell’energia consumata direttamente dai propri contatori.

Laura Chiappa, presidente del circolo di Legambiente di Piacenza ha promosso la CERS “Comunità Solare” insieme ai lodigiani e lanciato a sua volta il quinto “GAS fotovoltaici” locale. Per Aurelio Ferrari, presidente della fondazione Danelli, aderire alla “Comunità Solare” realizzando con il contributo di Fondazione Cariplo dei propri impianti sarà indispensabile per affrontare gli elevati costi energetici necessari alla cura e all’assistenza dei ragazzi disabili e degli anziani non autosufficienti.

Ha chiuso l’incontro Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia: “Raccontare queste esperienze ci aiuta a comprendere che l’energia deve essere prodotta e consumata in modo diverso. L’energia rinnovabile prodotta nelle esperienze delle CERS è un’opportunità che ci fa capire come farlo in modo giusto e sostenibile per tutti.” Vedi VIDEO interventi.

Per informazioni, comunitasolare@gmail.com, Scarica qui la locandina con il programma

Manca sicurezza in strada

Manca sicurezza in strada

Nel lodigiano gli incidenti stradali nel 2022 sono tornati ai livelli pre-pandemia (2019) come – d’altra parte – in tutta Italia. Eppure il Piano nazionale della sicurezza stradale prevede l’adozione di provvedimenti per rendere i veicoli e strade più sicure, allo scopo di dimezzare morti e feriti gravi entro il 2030. L’anno scorso nel lodigiano si sono infatti registrati 9 morti e 623 feriti, nel 2019 sempre 9 morti e 708 feriti in più di 400 diversi incidenti. Non è andata meglio a Lodi, con 3 morti e 212 feriti.

Nel lodigiano il tasso di incidentalità rimane comunque il più basso tra le province lombarde e si attestato, nel 2022, a 178 incidenti stradali ogni 100 mila abitanti, mentre la media regionale è di 289. Ma resta il fatto che in strada che si corre il rischio di morire o di rimanere invalidi per tutta la vita. E’ quindi apprezzabile che la città di Lodi si sia proposta di ridurre la velocità massima a 30 all’ora e che il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, abbia presentato al parlamento un disegno di legge in tema di sicurezza. Nel 2022 in Italia si sono registrati 165.889 incidenti, 3159 morti (oltre 8,6 decessi al giorno) e 223.475 feriti. Dati in crescita di oltre il 9% rispetto all’anno precedente, il 2021 e in controtendenza rispetto agli altri paesi: abbiamo avuto 54 morti ogni milione di abitanti, mentre la media in Europa è 46. Nel 2010 i morti erano 68, in Europa 67. Vuol dire che in Europa le strade sono diventata decisamente più sicure di quanto abbiamo saputo fare in Italia.

Per dimezzare nei prossimi sette anni l’ecatombe in strada, per ridurre i morti da oltre 3.000 all’anno a 1.500, dovremmo ridurre le cause all’origine degli incidenti, che nelle strade extraurbane sono determinati, in ordine di frequenza accertata, per il 21% dalla distrazione, per il 13% dalla velocità troppo elevata e per il 11% distanza di sicurezza. Solo nell’1% dei casi (3,4% in città) per comportamento scorretto del pedone. Ormai le nuove auto, come i nostri smarphone, sono in grado di riconosce, segnalare e limitare automaticamente tali rischi: le nuove auto si “accorgono” quando calano le palpedre per il sonno, riconoscono chi guida, lo stato di ebrezza, l’eccesso di velocità e i rischi di collisione. Limitare la velocità è la misura più sicura, efficace ed efficiente per ridurre la gravità degli incidenti, le emissioni di CO2 e gli inquinanti. Bisognerebbe rendere obbligatori tali automatismi, come

Oggi, il 49% morti sono utenti deboli: pedoni, ciclisti, disabili in carrozzina, monopattini, mentre la maggior parte degli incidenti gravi coinvolge auto e furgoni. In città si registrano il 73% incidenti, il 70% feriti e il 48% dei morti (molto meno, il 40%, nelle città europee). I sindaci dovrebbero diventare i protagonisti delle misure di sicurezza in strada e i piani comunali (PUMS) finanziati.

Cosa propone invece la legge del ministro Matteo Salvini? Taglia i fondi e poteri ai sindaci: i comuni non potranno decidere “zone 30” troppo estese, istituire zone a pedaggio come a Milano e neppure limitare i veicoli più inquinanti. Il ministro propone sanzioni più severe per gli ubriachi e i drogati al volante, che riguarda il 6% delle cause di incidenti gravi, ma non si aumentano i controlli. Si propongono norme severissime contro il monopattino elettrico (20 all’ora, patentino, casco obbligatorio), un mezzo che ha provocato 16 morti per cadute accidentali o investimento di chi li guidava. Il ministro se la prende poi con i ciclisti, abolendo l’istituzione delle strade urbane ciclabili, delle corsie ciclabili e la “casa avanzata” ai semafori, confinando i ciclisti nelle poche piste ciclabili, per le quali si tagliano i fondi già stanziati dai passati governi.

Quando la sicurezza diventa ideologia e propaganda, non si salvano vita, si fa la guerra. Sulle nostre strade.

Andrea Poggio