Gli squilibri del ciclo dell’acqua non minacciano solo gli ecosistemi: le precipitazioni più intense e i periodi di siccità provocano danni per miliardi di dollari, danneggiano i raccolti e fanno salire i prezzi degli alimenti, innescando crisi alimentari e ondate di emigrazione forzata. A livello locale costringono ad investimenti miliardari per diventarsi dalle ondate di piena dei torrenti: in Romagna si sono verificate ancora questa estate esondazione che erano previste con frequenze secolari. Coltivazioni come il mais e il riso richiedono precipitazioni abbondanti e regolari in certi periodi dell’anno, se cambiano le perdite divengono rilevanti e le compagne assicurative aumentano i prezzi. Così cambiano le coltivazioni: si sperimentano le prime coltivazioni di banane in Sicilia e si comincia a produrre il vino in Inghilterra.

Il ciclo globale dell’acqua sta diventando sempre più instabile a causa del cambiamento climatico, afferma l’ultima edizione del rapporto sullo stato delle risorse idriche pubblicato dall’Organizzazione meteorologica mondiale. Nel 2024, per il sesto anno consecutivo, il ciclo idrologico ha mostrato chiari segni di squilibrio. Due terzi dei bacini fluviali del pianeta hanno sperimentato condizioni anomale, con una portata significativamente più bassa o più alta rispetto alla media degli anni tra il 1991 e il 2020. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, e le alte temperature hanno causato siccità più lunghe e intense in varie parti del mondo. Allo stesso tempo il riscaldamento ha favorito l’evaporazione dei mari e aumentato la capacità dell’atmosfera di trattenere l’umidità, provocando precipitazioni eccezionali altrove. Mentre il bacino delle Amazzoni e l’Africa meridionale hanno subìto siccità di proporzioni storiche, le alluvioni hanno provocato 2.500 vittime nell’Africa tropicale e più di mille in Asia e nel Pacifico, e in Europa hanno interessato l’area più vasta dal 2013. Per il terzo anno consecutivo in tutte le regioni è stata registrata una riduzione del volume dei ghiacciai, con una perdita totale stimata in 450 milioni di tonnellate.

Ma secondo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il riscaldamento globale non sarebbe altro che “la più grande truffa mai perpetrata nel mondo”. Le parole sono state pronunciate di fronte a circa 190 rappresentanti delle nazioni di tutto il mondo all’Assemblea generale dell’Onu a New York. Trump ha ordinato di oscurare i siti ufficiali che ospitavano le valutazioni nazionali sul clima e i rapporti scientifici che documentavano in maniera chiara e rigorosa gli impatti del riscaldamento globale negli Stati Uniti. Trump ha poi aggiunto che l’energia rinnovabile è una “barzelletta patetica”, che non funzionano: in questi primi giorni d’ottobre l’intero Regno Unito si è alimentato solo con elettricità dal vento per 72 ore finale. Infine ha aggiunto: ”Ho imposto un ordine permanente alla Casa Bianca. Non usare mai la parola ‘carbone’ da sola. Piuttosto si aggiunga ‘pulito e bello’. Suona molto meglio, no?”. Se lo dice lui…

Andrea Poggio (per Il Cittadino, 31 ottobre 2025)